L’AGRICOLTURA BIOlogica È PIÙ RESILIENTE AL CLIMA ESTREMO
I risultati di una ricerca USA dimostrano come siccità ed inondazioni provochino meno danni alle colture gestite in biologico.
Il progetto di ricerca Farming System Trial, condotto dal Rodale Institute di Kutztown in Pennsylvania, è arrivato a questa conclusione – peraltro già evidenziata da altri studi – dimostrando come le produzione agricole biologiche siano più resistenti e resilienti ai sempre più frequenti eventi climatici estremi (una delle conseguenze più evidenti del Climate Change).
Lo studio è stato condotto su coltivazioni di mais e di soia ed ha confrontato le loro rese produttive. I tre sistemi agricoli presi in esame sono stati:
- uno convenzionale con input chimici;
- uno biologico basato su rotazione di leguminose per l’apporto di nutrienti;
- un altro sempre biologico con concimazione organica (letame).
I risultati riscontrati, in termini di produzione con condizioni meteorologiche estreme come la siccità, sono stati i seguenti: gli appezzamenti biologici hanno avuto una flessione di produttività limitata mentre in quelli convenzionali i raccolti sono diminuiti in modo drastico. In particolare, il mais biologico ha reso il 31% in più rispetto alla produzione convenzionale.
Le migliori prestazioni dell’agricoltura biologica sono conseguenza della maggiore capacità dei terreni biologici di trattenere l’acqua. Questo perché i terreni bio sono più ricchi di sostanza organica e hanno una struttura migliore, rappresentando così una forma di protezione in caso di siccità e inondazioni.